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Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13843 (1200)

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica - Zope-Id: 1073647702.11

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Ort Roma
Institution Istituto Nazionale per la Grafica
Teilbestand
Signaturen F.N. 13843 (1200)
Gegenstand Ferdinando Fuga, Progetti per il palazzo della Consulta, Pianta del piano nobile, 1731/32
Künstler Fuga, Ferdinando (disegnatore)
Fuga, Ferdinando (progettista)
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13843 (1200) recto Recto Zeichnung Pianta
Beschriftung Numerazione
Skala Scala
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13843 (1200) verso Verso
Stempel
Wasserzeichen Giglio inscritto in un cerchio dalla lettera V (Carta Italia Centrale sec. XVIII)
Papierqualitaet
Papierfarbe bianca ossidata
Größe 881 x 730 mm (Minimum: 881 x 730 mm)
Zustand carta da disegno ossidata, con sovrapposizioni di pezzi di carta
Montierung
Datierung 1731/32
Bauwerk
Bauwerk-Links
Schriftquellen
Zeichnungen BiASA, Collezione Lanciani, Roma XI.53.96
Stiche
Fotos
CAD
Literatur
Kommentar Commento riguardo ai progetti per il palazzo della Consulta, 1731/32:
Nel 1731 Papa Clemente XII, nell'ambito dei lavori per l'ampliamento del Quirinale (vedi F.N. 13842 [1199]), ordinò la costruzione del Palazzo della Consulta. La Consulta, il supremo tribunale pontificio, e il Segretariato di stato per i brevi ("Segnatura dei brevi"), dal tempo di Paolo V erano collocati in un palazzo quattrocentesco di fronte al Palazzo del Quirinale (vedi Agosteo-Pasquini, 63 ss., sulla storia degli uffici). Il Papa dispose ora la demolizione del vecchio edificio e la costruzione di uno nuovo nel medesimo luogo.
Esso doveva ospitare due caserme per le guardie del corpo del Papa ("Corazze" e "Cavalleggeri"), circa 155 uomini con le loro cavalcature, nonché i due ministeri, la Consulta e la Segnatura dei Brevi, con i relativi ambienti d'ufficio e di residenza per i due Cardinali che vi presiedevano, accogliendone anche il seguito (sulla struttura interna del Palazzo vedi Agosteo-Pasquini, 45 ss.). Sul terreno disponibile a tale scopo la cosa era pressoché impossibile. Il lotto trapezoidale era fiancheggiato su un lato da Palazzo Rospigliosi, sull'altro dal convento domenicano di S. Maria Maddalena. Verso piazza del Quirinale la posizione dei gruppi statuari antichi dei Dioscuri e l'arteria stradale che conduce a Porta Pia vietavano un ampliamento del lotto. Inoltre, il palazzo dei ministeri non doveva essere più alto di quello del Quirinale, per rispettare l'ordine gerarchico. L'edificio, iniziato nel settembre 1732, venne terminato nel 1738 (tutti i documenti in Consulta, 1975, 249 ss., a cura di M. Del Piazzo; Archivio Segreto Vaticano, Fondo Sacri Palazzi Apostolici, computisteria, 993-995). (Kieven 1988, Cat.n. 5-10)

Commento riguardo al disegno:
Fuga segue, nell'impianto del progetto, il percorso delle strade, serbando così la pianta trapezoidale. Nel centro colloca un cortile quadrangolare, le cui pareti convergono leggermente, ma danno ugualmente l'impressione della regolarità. Ciò comportò qualche difficoltà per la distribuzione interna, ma Fuga occupò ciascuno dei due "pennacchi" così creatisi al piano nobile con una sequenza di ambienti che si facevano sempre più piccoli, e che dovevano servire ai Cardinali come residenza estiva (Gaddi, 1736).
Fuga risolse il problema della distribuzione degli ambienti per quattro diversi utenti operando sia in orizzontale che in verticale. I doppi alloggi, per le "Corazze" ed i "Cavalleggeri", vennero collocati nella cantina (stalle per le cavalcature), al piano terreno (stalle, rimesse e posti di guardia), nel mezzanino soprastante il piano terra, e nell`attico (dormitori). I ministeri vennero sistemati al piano nobile. Ambedue i complessi disponevano dei propri ambienti ufficiali di ricevimento, dell'appartamento del Cardinale, di stanze per ufficio; nonché di residenze per gli impiegati al mezzanino del piano nobile, come descrive il Gaddi nel 1736:
"il Piano Nobile ripartito parimenti in due porzioni, una verso Rospigliosi per uso del Segretario dei Brevi, l'altra verso la Maddalena per uso del Segretario di Consulta, ed ambedue hanno l'ingresso nel gran portone, ed andito di mezzo della facciata verso il Quirinale. La porzione del Segretario de' Brevi comincia nel terzo ripiano della magnifica scala su la mano dritta, e si divide nella sua altezza in primo e secondo ordine. Il primo contiene l'abitazione propria, e la Segretaria. L'abitazione propria rimane divisa in tre appartamenti tutti a volta; il primo signorile e maestoso da ricevere, situato parte verso la facciata laterale, e parte verso la piazza del Quirinale, con scaletta a lumaca a parte, che conduce alla gran loggia sopra la facciata Nobile; il secondo, tutto su la detta strada rivolto a mezzo giorno per l'inverno, ed il terzo verso il cortile all'aspetto di tramontana per la state, in cui situata vi rimane la Cappella che per commodo maggiore corrisponde ancora nella Sala, e prima anticamera e da questa ancora può sentirsi Messa nella detta Cappella... Questa distribuzione d'appartamenti e di commodi, si riconosce egualmente ripartita nell'altra porzione del Piano nobile verso la Maddalena per servigio del Segretario di Consulta" (Gaddi, 1736; Bianchi, 1955, 29/30).
Non si è conservato alcun disegno di Fuga per i piani cantinato e terreno, ma ne restano due incisioni (vedi Kieven 1988, ill. tav. 5bis), che si trovano nella Collezione Lanciani (Roma XI, 53.II.95, 96; Matthiae, 1952, 71; Bianchi, 1955, 28; Agosteo-Pasquini, tav. XXIII, 4, XXIV).
Il presente disegno è tanto più interessante in quanto non rappresenta la soluzione realizzata, ma unifica in sé due fasi progettuali, e tradisce qualcosa della difficoltà della distribuzione interna. Fuga doveva concepire per ambedue i ministeri compagini identiche di ambienti. Egli fa echeggiare questa doppia funzione sin dalla scala, costruendo due vani scala paralleli, le cui rampe s`incontrano a mezzo piano, per tornare poi a separarsi. Al piano nobile ciascuna rampa sbocca in un`anticamera indicata come "sala", che serve di disimpegno tra i due gruppi di stanze. Fuga collocò i grandi ambienti di ricevimento sulla facciata verso piazza Montecavallo, contraddistinguendoli coi numeri 1, 2, 3, 4. Così pure gli appartamenti invernali, rispettivamente verso via della Maddalena e verso Palazzo Rospigliosi, ebbero quattro ambienti ciascuno, di nuovo numerati in sequenza. Verso il cortile, sono loro attigui i rispettivi appartamenti estivi. Gli uffici, situati nella parte retrostante dell'edificio, sono accessibili dalle scale posteriori. Tale è la distribuzione nella seconda fase progettuale, su questo foglio.
La prima versione è tuttora riconoscibile sotto i pezzi di fogli incollativi (vedi Kieven 1988, tav. 5A). In base ad essa Fuga aveva sulle prime pensato di conferire ad ambedue i ministeri un'anticamera comune sull`asse mediano della facciata. Ad essa sarebbero stati attigui, su ambo i lati, gli ambienti di ricevimento, l'ultimo dei quali, rispettivamente, si sarebbe collocato solo col lato corto verso la piazza, e con quello lungo sul vicolo laterale. Al posto della "sala" erano ospitate le cappelle della casa, nonché il disimpegno verso gli appartamenti residenziali. Inoltre, in questo punto si aveva, per ciascun complesso, una scaletta interna, che conduceva al mezzanino.
L'incontrarsi delle rampe su un comune pianerottolo al piano nobile indusse però ad un diverso percorso delle scale. Di fatto le rampe sono più brevi che nella versione realizzata, e pertanto più basse. Nella prima versione Fuga ha dunque previsto una rampa in più. L'idea di un nuovo modo di raggruppare gli appartamenti, derivante dalla necessità di anticamere separate, determinò anche un orientamento nuovo delle scale. Come può vedersi su questo foglio, Fuga schizzò, per le scale, un percorso più lungo, raggiungendo così una quota maggiore per ciascuna rampa. Poiché in tal modo si veniva pure a spostare la scansione dei pianerottoli, anche all'involucro esterno delle scale verso il cortile fu conferita una nuova configurazione. Sul disegno si possono vedere vani di finestra, verso il cortile, ancor più larghi di quanto siano poi stati eseguiti. Si dovette inoltre mutare anche la posizione delle scale interne conducenti al mezzanino, poiché al posto di esse era situata la nuova anticamera ("sala"). Come si può vedere sulla seconda versione del piano nobile, esse vennero inserite, nella forma di scale a chiocciola, dietro le cappelle del palazzo. (Kieven 1988, Cat.n. 5)

Riquadratura: Riquadrato a penna.
Sovrapposizioni: i sovrapposizioni di pezzi di carta disegnata a matita nera e a penna con inchiostro bruno.
Bibliografia riguardo ai progetti per il palazzo della Consulta, 1731/32: Gaddi 1736; Matthiae 1952; Pane 1956; Agosteo-Pasquini 1959; De Feo 1973; Consulta 1975; Sangiovanni 1986; Kieven 1988.
Bibliografia riguardo al disegno: Bianchi 1955, n. 6; Agosteo-Pasquini 1959, tav. XIII, 2; De Feo 1973, 100; Consulta 1975, 205-206; Kieven 1988, Cat.n. 5 e Notizie di restauro, pp. 284-285.
Informazioni tratte da: Kieven 1988, Cat.n. 5; per la filigrana cfr. Heawood 1950, n. 1571: Roma 1690-93.
Autor Holste