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Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13838 (1204)

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica - Zope-Id: 1073928079.5

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Ort Roma
Institution Istituto Nazionale per la Grafica
Teilbestand
Signaturen F.N. 13838 (1204)
Gegenstand Ferdinando Fuga, Progetti per il palazzo della Consulta, Secondo progetto di facciata del palazzo, 1732
Künstler Fuga, Ferdinando (disegnatore)
Fuga, Ferdinando (progettista)
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13838 (1204) recto Recto Zeichnung Prospetto
Skala Scala
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13838 (1204) verso Verso
Stempel
Wasserzeichen Giglio inscritto in uno scudo sormontato da una corona con iniziali di Lubertus van Gerrevink e contromarca con monogramma di San Bernardino e scritta I Villedary (carta olandese sec. XVIII)
Papierqualitaet
Papierfarbe avorio ossidata
Größe 355 x 795 mm (Minimum: 355 x 795 mm)
Zustand carta da disegno ossidata, composta da due fogli incollati
Montierung
Datierung 1732
Bauwerk
Bauwerk-Links
Schriftquellen
Zeichnungen
Stiche
Fotos
CAD
Literatur
Kommentar Commento riguardo ai progetti per il palazzo della Consulta, 1731/32.
Nel 1731 Papa Clemente XII, nell'ambito dei lavori per l'ampliamento del Quirinale (vedi F.N. 13842 [1199]), ordinò la costruzione del Palazzo della Consulta. La Consulta, il supremo tribunale pontificio, e il Segretariato di stato per i brevi ("Segnatura dei brevi"), dal tempo di Paolo V erano collocati in un palazzo quattrocentesco di fronte al Palazzo del Quirinale (vedi Agosteo-Pasquini, 63 ss., sulla storia degli uffici). Il Papa dispose ora la demolizione del vecchio edificio e la costruzione di uno nuovo nel medesimo luogo.
Esso doveva ospitare due caserme per le guardie del corpo del Papa ("Corazze" e "Cavalleggeri"), circa 155 uomini con le loro cavalcature, nonché i due ministeri, la Consulta e la Segnatura dei Brevi, con i relativi ambienti d'ufficio e di residenza per i due Cardinali che vi presiedevano, accogliendone anche il seguito (sulla struttura interna del Palazzo vedi Agosteo-Pasquini, 45 ss.). Sul terreno disponibile a tale scopo la cosa era pressoché impossibile. Il lotto trapezoidale era fiancheggiato su un lato da Palazzo Rospigliosi, sull'altro dal convento domenicano di S. Maria Maddalena. Verso piazza del Quirinale la posizione dei gruppi statuari antichi dei Dioscuri e l'arteria stradale che conduce a Porta Pia vietavano un ampliamento del lotto. Inoltre, il palazzo dei ministeri non doveva essere più alto di quello del Quirinale, per rispettare l'ordine gerarchico. L'edificio, iniziato nel settembre 1732, venne terminato nel 1738 (tutti i documenti in Consulta, 1975, 249 ss., a cura di M. Del Piazzo; Archivio Segreto Vaticano, Fondo Sacri Palazzi Apostolici, computisteria, 993-995). (Kieven 1988, Cat.n. 5-10)

Commento riguardo al disegno:
Il progetto definitivo della facciata dev'essere stato redatto dopo l'agosto 1732. La prima pietra del nuovo edificio venne posata il 2 settembre 1732. Fuga serbò gli elementi tettonici del suo primo progetto: l'articolazione a due unità di piano con mezzanino incorporato, e la divisione della facciata in una parte mediana di tre campate con due lati di altre cinque ciascuno. Venne eliminato l'inarcarsi convesso della campata centrale. La facciata corre diritta, il risalto centrale avanza, rispetto alla parete, solo dello spessore di un pilastro. Porte e finestre del mezzanino sono incorniciate in modo meno decorativo e più tettonico.
È rimasto il bugnato delle lesene al piano terreno e l'ordine delle paraste ioniche al piano superiore. La stesura di conci in pietra da taglio si limita ora al piano inferiore, e sopra vi si stende un'incorniciatura cieca a fasce, che corre anche, analoga, sulle pareti del piano superiore. Ciò determina una tesa unitarietà tra tutti gli elementi, con un ritmo che corre ovunque uniforme, originariamente sottolineato dal colore "di mattoni" per le pareti e dal "color di travertino" per gli elementi orizzontali e verticali (Sangiovanni, 1986). Soltanto i coronamenti dei portali e lo stemma papale producono leggeri accenti ornamentali. Interessante è la collocazione, data in alternativa, dello stemma papale. Se esso fosse stato posto sul portale centrale, il parapetto a conclusione della facciata doveva correre liscio. Nel caso però che lo stemma venisse situato (vedi Kieven 1988, tav. 10A) al centro della balaustra - e non giungesse per esempio più in alto di essa - non restava posto per un ornamento al di sopra del portale. Ma questa riservatezza non piaceva e "per render maggiormente abbellito il nuovo Palazzo della Consulta vi sono state poste sopra al portone due bellissime statue di marmo, l'una rappresentante la Giustizia e altra la Religione" (vedi Kieven 1988, ill. 6a) ci informa il Diario Ordinario (31.10.1739, no. 3471; Mallory, 1982, 167).
La logica e la razionalità di questa soluzione corrispondono a quelle della pianta. Sia pure costretto, Fuga aveva trovato il suo stile. (Kieven 1988, Cat.n. 10)

Riquadratura: Riquadrato a penna.
Bibliografia riguardo ai progetti per il palazzo della Consulta, 1731/32: Gaddi 1736; Matthiae 1952; Pane 1956; Agosteo-Pasquini 1959; De Feo 1973; Consulta 1975; Sangiovanni 1986; Kieven 1988.
Bibliografia riguardo al disegno: Bianchi 1955, n. 10, fig. 4, 5, 6; Pane 1956, fig. 21; Agosteo-Pasquini 1959, tav. XI, 2; De Feo 1973, 101; Consulta 1975, fig. 10; Portoghesi 1978, 472; Kieven 1987, 260; Kieven 1988, Cat.n. 10 e Notizie di restauro, p. 286.
Informazioni tratte da: Kieven 1988, Cat.n. 10; per la filigrana cfr. Churchill 1935, n. 411:1766
Autor Holste