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Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 12539

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica - Zope-Id: 1085731095.09

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Ort Roma
Institution Istituto Nazionale per la Grafica
Teilbestand
Signaturen F.N. 12539
Gegenstand Luigi Vanvitelli, Progetto di ricostruzione di S. Francesco a Urbino, 1742 (?), Sezione longitudinale
Künstler Vanvitelli, Luigi (disegnatore)
Vanvitelli, Luigi (progettista)
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 12539 recto Recto Zeichnung Sezione
Skala Scala
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 12539 verso Verso
Stempel
Wasserzeichen Giglio inscritto in un doppio cerchio sormontato dalla lettera V
Papierqualitaet
Papierfarbe bianca
Größe 478 x 725 mm (Minimum: 478 x 725 mm)
Zustand
Montierung
Datierung 1742 (?)
Bauwerk
Bauwerk-Links
Schriftquellen
Zeichnungen
Stiche
Fotos
CAD
Literatur
Kommentar Garms ha messo in rapporto questo progetto con l'altro progetto di chiesa di Vanvitelli, al Metropolitan Museum di New York (Myers, 1975, n. 65; Garms, 1976, n. 57), con il quale sussiste una parentela stilistica. Il presente disegno si adatta però alla ricostruzione di una chiesa più grande rispetto al foglio newyorkese, che può forse considerarsi un progetto per S. Eutizio in Soriano, ricostruita all'inizio degli anni Quaranta per il Cardinal Annibale Albani. È possibile identificare con una certa verosimiglianza il nostro foglio come progetto irrealizzato per S. Francesco a Urbino. La chiesa venne riedificata nel 1742 su progetto di Vanvitelli, col patrocinio del Cardinal Albani (Ligi, 1968, 39). A favore di S. Francesco a Urbino si hanno i seguenti indizi.
L'edificio della chiesa, risalente al XV secolo, era lungo circa 45 metri e ripartito in due navate, una grande "a stile gotico e l'altra, piccola, a destra. Questa seconda navata... con colonne di pietra aveva sette cappelle" (Ligi, 39). Alla facciata era anteposto un portico, ancor oggi esistente.
La chiesa del presente foglio è lunga circa 190 palmi (=43,44 m) e presenta sul margine destro dell'edificio, in sezione, un portico antico con tetto ad unico spiovente. Sono poi schizzate (benché di assai difficile riconoscibilità) sei arcate a sesto acuto, dalla parete interna della facciata fino al coro, che dovrebbe corrispondere alla "navata destra". Le insegne Albani nelle finestre alludono al committente e il passaggio visibile dinnanzi al coro, entro il quale è schizzata una figurina, si trova nel luogo ove è ora la cappella Albani, ricostruita dal 1728 al 1731 e conservata nella ricostruzione del 1742 (Pane, 1973, 46; Garms, 1974).
È interessante l'articolazione dello spazio interno, ove Vanvitelli introduce una sequenza ritmica di arcate e nicchie. L'ordine di paraste d'incorniciatura era previsto originariamente più basso (lo si vede soprattutto nella prima campata di cappelle a destra), ma in seguito venne elevato in due fasi progettuali, sempre più in alto. L'ordine unificava ora gli archi e le finestre ad essi soprastanti. Le finestre che penetrano nella zona della trabeazione rammentano la configurazione data da Borromini alla navata della basilica lateranense, ed anche la decorazione della finestra centrale costituisce una diretta citazione borrominiana. Dinanzi al coro la parete arretra, concava. L'abside inferiore del coro è incorniciata dal grande ordine, che reca un frontone, cfr. anche uno schizzo per il coro di una chiesa, dal De Seta (1974, n. 144) erroneamente identificato come di S. Giovanni in Laterano (Caserta, inv. 254; Garms, 1973, n. 120, fig. 52). (Kieven 1988, Cat.n. 174)

Bibliografia: Garms 1985, n. 23; Kieven 1988, Cat.n. 174.
Informazioni tratte da: Kieven 1988, Cat.n. 174; per la filigrana cfr. Heawood 1950, n. 1952: Roma 1739.
Autor Holste