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D 423

Mendrisio, Archivio del Moderno, Fondo Luigi Canonica, Cart. 13: Disegni per apparati funebri e commemorativi - Zope-Id: D423

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Ort Mendrisio
Institution Archivio del Moderno
Teilbestand Fondo Canonica
Signaturen Cartella 13, D 423
Gegenstand Luigi Canonica, studio dell'apparato per le esequie di sua maestà I. e R. Maria Ludovica d'Austria in S. Fedele (20-30 aprile 1816), prospetti laterale e frontale.
Künstler Canonica, Luigi (architetto)
recto recto Zeichnung Disegno
Skala Scala
verso verso Beschriftung Iscrizione
Stempel
Wasserzeichen si
Papierqualitaet Carta vergata con filigrana
Papierfarbe
Größe 240 x 326 mm
Zustand
Montierung
Datierung 1816
Bauwerk
Bauwerk-Links
Schriftquellen
Zeichnungen Cart. 13, D 467
Stiche
Fotos
CAD
Literatur
Kommentar L'incisione all'acquatinta dell'apparato per le esequie di Maria Ludovica d'Austria in San Fedele (D 467), che verosimilmente registra quanto effetivamente realizzato, ci permette di individuare una possibile sequenza cronologica nella serie di studi ad esso relativi (D 352, D 420, D 421, D 422, D 423, D 424).
Prima di arrivare al progetto definitivo, Canonica immagina un primo ordine formato da un alto basamento scandito da pilastri e cariatidi sul quale poggia una classica trabeazione ornata da intagli.
Sopra la trabeazione sta l'attico ornato di statue sedute, una per ciascun lato. In cima, come nel progetto definitivo, è collocato il sarcofago reale sorretto da statue in piedi de geni alati.
Questo tipo di soluzione si può vedere nei fogli D 424 e D 423 nei quali varianti principali riguardano la collocazione e la forma delle cariatidi del primo ordine.
Il folgio D 422 sembra rappresentare una fase intermedia del progetto, tesa a dare maggiore compatezza all'insieme del monumento.
E' qui già presente l'idea delle otto statue isolate che, poste su altrettanti piedestalli, circondano il primo basamento.
Il secondo basamento ospita al centro una nicchia con una statua seduta, mentre la parte più alta con il sarcofago rimane pressoché invariata.
Nei fogli D 421 e D 420 rimane l'alto basamento circondato dalle statue isolate, mentre per la parte alta del monumento è sperimentata una soluzione a gradini digradanti a piramide sui quali è collocato il sarcofago, soluzione abbandonata nel progetto definitivo.
In questi due ultimi fogli Canonica non sembra avere ancora rinunciato all'idea dei pilastri che scandiscono il primo basamento, qui solo accennati con tratto leggero.
Il disegno acquarellato D 352 mostra un prospetto laterale del catafalco, molto vicino a quello che compare nell'incisione: per progressivi stadi di semplificazione dei volumi, il monumento è ora formato da due basamenti rettangolari sovvraposti sui quali poggia il sarcofago sorretto dai geni alati.
L'ornato è affidato alle semplici cornici con iscrizioni dei basamenti, alle otto statue isolate collocate intorno al primo basamento, alle quattro statue sedute su ciascun lato del secondo basamento e, infine, agli otto candelabri piccoli e grandi che illuminano l'insieme.
Si sono conservati (Archivio Mendrisio, Cartella 14, fogli non numerati) conti e preventivi per l'allestimento del catafalco nei quali compaiono, tra le maestranze, il fabbro Cajani, l'indoratore Camillo Fontana, i falegnami Lodovico e Natale Benzoni, Giuseppe Mezzanote, Luigi Valentini.
Zuccoli, nel conto datato 18 maggio 1816, specifica i lavori d'intaglio da lui realizzati: gli ornati ai quattro grandi candelabri e a quelli più piccoli del secondo ordine (foglie d'acanto, foglie "d'acqua", teste di caprone e piedi "isolati") e le foglie d'acanto "con suoi rovesci" nel cornicione del primo piedestallo.
Tutte queste opere d'intaglio, secondo il documento, erano realizzate "di cartoni", cioè, verosimilmente, con una sorta di carta pesta.
Le dorature, come risulta dal conto di Fontana, erano fatte con "oro falso".
Un altro fascicolo conservato in ASMI (Genio Civile, cartella 3136) contiene altri consuntivi di spesa per il catafalco nei quali compaiono anche i nomi di Sanquirico per le pitture, Monti, Marchesi e Perabò per le sculture.
E' interessante notare che, su un totale di spesa di L. 12.430, le somme più cospicue sono pagate a Sanquirico e all'apparatore Valentini (circa L. 3500 a testa).
Autor Archivio del Moderno/Zanuso/De la Taille