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Discorso su Vasi armonici

Roma, Accademia di San Luca, Concorsi Clementini, Roma, Accademia di San Luca, ASL 0416, Roma, Accademia di San Luca, ASL 0416 recto - Zope-Id: In-fTAFnC

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Transkription Discorso de' i Vasi Armonici/ Dopo il Desegno del Teatro antico Latino mi viene comandato di dire alcuna cosa intorno ai Vasi armonici, ed alle proporzioni loro/ musicali, ma perché i detti Vasi vengono dal medesimo Vitruvio esclusi da i Teatri di Roma con le seguenti parole: Sin auten quaeritur, in quo/ theatro ea sunt facta, Romae non possumus ostendere, non mi dilungherò molto a favellar di loro, come altresí non mi pare di dover dire cosa/ alcuna circa le loro proporzioni armoniche per non ripetere parola per parola ciò che ne dice Vitruvio, che ne dá un'esatta norma, a cui mi rimet/to; ma per dire quel che io sento, non credo che in alcun tempo si sieno mai dati tali Vasi armonici, ed in ció m'unisco al parere di Leon Bat/tista Alberti, del Barbaro, di Kircherio, e di altri celebri Scrittori moderni, ed in veritá toltone Vitruvio non ho saputo ritrovare alcun'altro/ Scrittore, ne Greco, ne Latino, che di tali Vasi armonici abbia fatto una sola parola: per lo che io vado imaginando, che Vitruvio volesse de-/scrivere, e ridurre al fatto qualche suo Spiritoso pensiero, adattandovi i Vasi di bronzo portati in Roma colle spoglie di Corinto, e dedicati/ al Tempio della Luna, i quali Vasi potrebb'essere che ad altro effetto servissero che al supposto, mentre che potevano esser di quelli, che/ servivano a formare i tuoni, e lo strepito (se pure erano del Teatro) che si faceva qualora s'introduceva in Scena una qualche Deitá/ per ispaventare col rumore, e rendere attenti i Spettatori. A creder ció mi persuade primieramente il non potersi da Vitruvio assegnare/ altro Teatro, che il Teatro di Corinto, ed allora ch'era distrutto: in secondo luogo, essendo essi situati fra i gradi dove sedeva il Popolo,/ avrebbero perduta la loro virtú per l'impedimento, che gli Spettatori avrebbon loro apportato con le vesti, con le gambe, e con tutta la perso-/na che veniva ad aggravarsi sopra le Celle, ed intorno alle aperture delle medesime, vedendosi per esperienza, che un pezzo di tela di lino,/ o di panno interposta fra le corde, ed il fondo d'un'istrumento, gli toglie la risonanza. In 3.° luogo, postoch'essi potessero render suono,/ non so qual suono potessero rendere, se non confuso, ed invece d'accrescere la voce dell'Attore, l'avessero avuta a confondere col rimbombo,/ ed oscurare col mormorio. In 4.° luogo, caso che rispondesse il vaso, come risponde una corda d'un'istrumento ad un'altro/ istromento accordata con essa all'unisono, la quale da lei distante suoni, ad un sol tono avrebbe potuto rispondere quel solo Vaso, che/ all'unisono colla voce si sarebbe accordato, e con questo niun giovamento avrebbe ad essa apportato; e se tutti i Vasi secondo i lor toni/ avesser dovuto ad un solo rispondere, avrebber fatta una strepitosa armonia, come di molte persone che la med.^avoce a guisa d'eco/ nel med.° tempo in diversi toni ripetessero. In 5.° luogo, la considerazione delle vibrazioni della voce in gran distanza, le quali o non ave-/rebbero potuto ricevere ajuto alcuno da i Vasi a similitudine delle corde d'un istrumento, che distaccasse per pochi palmi dal medesimo,/ non altro suono ritengono, che il puro naturale sull'aria, o lo avrebbero ricevuto tardi, talché l'Attore avrebbe sentitorispondersi/ dal Vaso alla prima parola nel tempo ch'egli proferiva o la seconda, o la terza, il che poteva produrre la suddetta confusione, e/ disordine. In 6.° luogo, fortissima ce ne dá l'esperienza inutilmente fatta dall'acuto, ed ingegnoso P. Kirker, come nella/ sua Musurgia ci lasció scritto. Finalmente a tutte queste difficoltá voglio aggiungere, che Plinio minutissimo Scrittore nomi-/nando i Vasi di bronzo riportati da Corinto da Lucio Mummio nulla dire della supposta armonia; cosí Polluce, che ogni minimo apice del Teatro Greco ci ha descritto, niente parla di questi, che dovevano essere un'ampio argomento alle sue ri-/flessioni; cosí Aristotele ne i Problemi discorrendo di simili Vasi nulla parla della d.^a armonia teatrale. E Plinio, ed/ Aristotele istesso parlando di quelle cose, che impediscono la voce nei Teatri, senza alcun dubbio, se si fossero dati tali Va-/ si armonici, avrebbero dovuto per la ragion del contrario parlar d'essi, come quelli che potevano accrescerla./ Le accennate ragioni, e le altre che per brevitá ora tralascio, riserbandole a miglior tempo, ed a piú pieno dis-/corso, mi anno persuaso come dissi a supporre mera immaginazione l'esistenza di tali Vasi, ed a tralasciar d'indicar-/li nel Disegno, la sola situazione de' quali facilissima non mi avrebbe dato maggiorn fatica di quella, che prtano/ poche linee per eseguire ció, che Vitruvio accenna nel Cap. 5. del lib.5., che incomincia: Designationes autem eorum/ La Spiegazione di tutti gli altri usi, che appartengono al Disegno del Teatro da me fatto, per comodo/ degli spettatori, Istrioni, Mimi, Pantomimi & essendo materia, che per la varietá di opinionidegli Anti-/quari avrebbe bisogno di lunghi trattati, l'ho a bella posta tralasciata come non conveniente all'istituto di cotesta Accademia.
Technik Scritta: penna, nessuno, inchiostro, nero.
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