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Roma, Museo di Roma, GS 02791

Roma, Museo di Roma, Gabinetto Comunale delle Stampe, Disegni e Fotografie - Zope-Id: Sh-d7vvnJ

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Ort Roma
Institution Museo di Roma
Teilbestand Gabinetto Comunale delle Stampe, Disegni e Fotografie
Signaturen GS 02791
Gegenstand Giuseppe Valadier, studio per la realizzazione di un parafuoco, 1779 ca., prospetto.
Künstler Valadier, Giuseppe (disegnatore)
Valadier, Giuseppe (progettista)
Roma, Museo di Roma, MR 02791 recto Recto Zeichnung Prospetto
Beschriftung Iscrizione  /  Lettera  /  Lettera
Roma, Museo di Roma, MR 02791 verso Verso
Stempel
Wasserzeichen
Papierqualitaet Spessore pesante
Papierfarbe Avorio
Größe 413 x 225 mm (Minimum: 413 x 225 mm)
Zustand
Montierung
Datierung 1779
Bauwerk
Bauwerk-Links
Schriftquellen
Zeichnungen
Stiche
Fotos
CAD
Literatur
Kommentar Questo studio per parafuoco, realizzato da Valadier appena diciassettenne , dimostra come egli sia ancora legato alla scuola paterna. Egli presenta nel ductus la mano dell'orafo, rivelata dal segno fine, quasi cesellato. Il pannello presenta due ipotesi di cornici, contrassegnate dalle lettere A e B, a cui corrispondono due diversi sostegni: a sinistra un dragone e a destra una sfinge; in alto e' posta una sigla, che potrebbe riferirsi alle iniziali del committente. Il pannello centrale raffigura una scena di non facile identificazione, data la definizione sommaria delle figure e dei loro attributi iconografici: si puo' supporre che si tratti dell'allegoria della pittura, la cui personificazione e' riconoscibile nella figura centrale, intenta a delineare qualcosa su una tavola. Le altre figure, tutte femminili, eccetto l'ultima a destra, sembrano atteggiate in pose statiche, come fossero modelli da riprendere. Il soggetto che la donna centrale sembra essere intenta a disegnare e' la figura femminile di fronte a lei, morbidamente appoggiata ad una protome virile. Questo studio ci permette di analizzare le molte componenti culturali che gia' in quest'epoca si fondono in un linguaggio perfettamente padroneggiato, sia nella forma che nel contenuto. La sapienza tecnica dell'orafo e' evidente in alcuni particolari decorativi, quali le due ipotesi di coronamento vegetale e la cornice che, nell'ipotesi "B" sembra rinviare, nell'acquarellatura in azzurro, al lapislazzulo, materiale scelto per la realizzazione. L'uso di questo materiale era molto frequente a Roma, a partire dal sec. XVII; numerosi documenti attestano l'utilizzo del lapislazzulo nelle commissioni relative alla bottega del Valadier (cfr. il catalogo dell'Artemis Group "Valdier. Three generation of Roman Goldsmiths", London, May-June 1991, tavv. 40 e 41). La consuetudine delle leggere acquarellature deriva certo dal padre Luigi; di ascendenza piranesiana e', invece, l'uso della sfinge come sostegno; dalla fantasia del Piranesi, Valadier trae un repertorio di modelli decorativi che usera' anche nei disegni per oreficerie custoditi nella Pinacoteca di Faenza, che presentano numerose affinita' stilistiche con il nostro esemplare, come ha messo in evidenza la Debenedetti (cfr. Debenedetti, 1985, ai nn. 562, 563, 564, 565 dell'Appendice). Di queste sfingi, usate per sostegno nelle opere decorative, Valadier si ricordera' quando dovra' compiere una delle sue piu' importanti opere architettoniche, la sistemazione di Piazza del Popolo, sulla cui balaustra si trovano appunto le sfingi, inserite in uno sfondo naturalistico. La figurazione del pannello centrale denota come Valadier avesse una profonda conoscenza dell'arte antica: le singole figure, infatti, presentano una impostazione scultorea che presuppone lo studio e la conoscenza della decorazione romana di eta' imperiale: in prototipo iconografico, cui l'autore sembra far riferimento in questa immagine, sono le "Nozza Aldobrandini", di cui certo egli aveva studiato sia la composizione che il disegno delle figure. (Maria Grazia Massafra in Kieven, 1991, pp. 137-138)

Il disegno presenta una riquadratura a penna.

Prov: Acquisto Muñoz.
Bibliografia: Debenedetti, 1985, p. 37, n.11, p.117, fig. 11.
Esp.: "Valadier. Segno e architettura", Roma, nov. 1985-gen. 1986.
Informazioni tratte da: Kieven 1991, cat. 108.
Autor Bernardini