Blatt

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13865 (1195)

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica - Zope-Id: 1073475803.89

Vorschau
Vorschaubild
Ort Roma
Institution Istituto Nazionale per la Grafica
Teilbestand
Signaturen F.N. 13865 (1195)
Gegenstand Ferdinando Fuga, Progetto per la facciata di S. Giovanni in Laterano, 1722, Prospetto della facciata
Künstler Fuga, Ferdinando (disegnatore)
Fuga, Ferdinando (progettista)
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13865 (1195) recto Recto Zeichnung Prospetto
Beschriftung Firma, data e commento  /  Titolo
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13865 (1195) verso Verso
Stempel
Wasserzeichen Giglio inscritto in un cerchio dalla lettera V (Carta Italia Centrale sec. XVIII)
Papierqualitaet
Papierfarbe avorio ossidata
Größe 648 x 787 mm (Minimum: 648 x 787 mm)
Zustand
Montierung
Datierung 1722
Bauwerk
Bauwerk-Links
Schriftquellen
Zeichnungen - Filippo Barigioni, Progetto per la facciata di S. Giovanni in Laterano, Prospetto (F.N. 32054 [9215])
- G.A. Bianchi, Progetto per la facciata di S. Giovanni in Laterano, Prospetto della facciata (F.N. 13829 [9216])
- G.A. Bianchi, Progetto per la facciata di S. Giovanni in Laterano, Pianta (F.N. 13864 [9211])
Stiche
Fotos
CAD
Literatur
Kommentar Questo disegno è cronologicamente il primo a noi noto tra i progetti di Fuga: come indica l'ampia didascalia, costituisce il "lavoro di esordio" dopo il termine del suo periodo di studi. Non a caso Fuga si presentava con una proposta per la facciata del Laterano. Dopo il grande rinnovo della basilica su progetto di Borromini per l'anno santo 1650 (vedi Hempel, 1924; Portoghesi, 1984), mancava ancora il completamento della facciata, lasciata da Borromini incompiuta (Hoffmann, 1978). Se ne continuavano a redigere progetti, che naufragavano per mancanza di fondi. Dall'anno 1699 era arciprete della basilica il Cardinal Benedetto Pamphili (un nipote di Papa Innocenzo X), il quale si adoperava senza posa per condurre a compimento la facciata iniziata durante il pontificato dello zio (Montalto, 1955; vedi anche F.N. 32054 [9215], F.N. 13829 [9216], F.N. 13864 [9211]). Nell'agosto del 1721, dopo l'elezione di Papa Innocenzo XIII Conti egli aveva, una volta di più, messo a disposizione una somma di denaro per la nuova costruzione (Correspondance, VI, 77), e Fuga cercava di cogliere quest'opportunità. Con il suo grande prospetto di presentazione, accuratamente disegnato, sperava di far buona impressione rivolgendosi come proprio intermediario, nella didascalia apposta al foglio - sulla quale venne successivamente incollato un altro foglio oggi tolto - al diplomatico toscano Francesco de Castris (letto erroneamente De Caferis dalla Bianchi). Questi era stato la voce bianca prediletta del Gran Principe Ferdinando de'Medici, padrino di Fuga, appassionato del teatro d'opera, il quale l'aveva inviato, terminatane la carriera di cantante, in missione diplomatica a Roma, dove viveva dal 1704 in Palazzo Madama (Pinto-Kieven, 1983, 749; Valesio, II, 611, 620, 630). Pertanto Fuga, all'inizio della sua carriera a Roma, si valse delle sue relazioni presso la corte di Toscana.
Nel suo elaborato Fuga si rifece a progetti del concorso per il Laterano bandito dall'Accademia di San Luca nel 1705 (Golzio, 1961), nonché ad un modello, conservato in Vaticano, della cerchia di Juvarra, realizzato intorno al 1716 (Hager, 1971, 42, fig. 6). Elementi comuni sono la forma rettangolare oblunga della facciata, la cui altezza è nel rapporto di 1:2 rispetto alla larghezza; nonché l'impiego di colonne e paraste di un ordine normale per ciascuno dei due piani. Nel progetto di Fuga la campata centrale ondula e avanza, convessa, e così pure fanno le due campate conclusive laterali, coronate da cupolette a bulbo. Colpisce il forte traforo delle zone parietali (vedi la bella analisi di Portoghesi, 1966, 425). La grande serliana della loggia delle benedizioni e le campate laterali coronate a bulbo fanno un effetto quasi a padiglione. La triplice ondulazione dei risalti alleggerisce il fronte dilatato, mentre la seconda e quarta campata operano come elemento subordinato di collegamento. Malgrado l'impiego molto contenuto di decorazione scultorea, l'effetto del progetto è assai decorativo. Ciò è dovuto al fatto che Fuga sposta tutte le linee rette secondo un ondeggiante movimento concavo-convesso e piega, arrotonda, scalina, riassorbe, inarca le fasce di cornice ed i frontoni sulle pareti e sui portali. L'intera struttura sembra trovarsi in un ininterrotto flusso motorio.
Così facendo Fuga coglie tendenze borrominiane dell'architettura romana degli anni venti del XVIII secolo (Hager, 1971), e non è un caso che, ad esempio, il modellato dell'incorniciatura del portale centrale, con il suo frontone spezzato, presenti grande somiglianza con l'altare maggiore di S. Agnese in piazza Navona di Gabriele Valvassori, realizzato da quest'ultimo nel 1722-'23 per il Cardinal Benedetto Pamphili. Con la filigranata eleganza del suo progetto Fuga si mostra all'altezza dei tempi, "pronto ad ogni cenno".
Le alterazioni apportate a matita nera riguardano l'alzato della loggia delle benedizioni, che viene resa più alta e dunque dominante rispetto alle campate laterali. Riuscire a bilanciare in altezza la grande ampiezza del fronte costituiva uno dei grandi problemi di tutti i progetti della facciata lateranense.
Il progetto di Fuga non venne preso in considerazione. Il Cardinal Pamphili bandiva nel 1724 un concorso a inviti (vedi F.N. 32054 [9215]), ma la facciata doveva essere costruita soltanto nel 1732 (sulla storia della facciata del Laterano cfr. Kieven, 1989). (Kieven 1988, Cat.n. 1)

Riquadratura: a penna.
Bibliografia: Bianchi 1955, n. 1, fig. 1; Pane 1956, fig. 2; Portoghesi 1966, 425; Consulta 1975, 105, fig. 1; Pinto-Kieven 1983, 748, fig. 22; Kieven 1988, Cat.n. 1.
Informazioni tratte da: Kieven 1988, Cat.n. 1; per la filigrana cfr. Heawood 1950, n. 1571: Roma 1690-93.
Autor Holste