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Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13830 (1218)Roma, Istituto Nazionale per la Grafica - Zope-Id: 1074071187.65 |
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Ort | Roma | ||
Institution | Istituto Nazionale per la Grafica | ||
Teilbestand | |||
Signaturen | F.N. 13830 (1218) | ||
Gegenstand | Ferdinando Fuga, Progetti per la costruzione di Palazzo Corsini alla Lungara, Progetto per la facciata del palazzo, Prospetto, 1736/37 | ||
Künstler | Fuga, Ferdinando (disegnatore) Fuga, Ferdinando (progettista) |
Recto |
Prospetto
Legenda Scala |
Verso |
Stempel | |
Wasserzeichen | Monogramma |
Papierqualitaet | |
Papierfarbe | avorio |
Größe | 480 x 851 mm
(Minimum: 480 x 851 mm)
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Zustand | |
Montierung | |
Datierung | 1736/37 |
Bauwerk | |
Bauwerk-Links | |
Schriftquellen | |
Zeichnungen | - F. Fuga, Palazzo Corsini (BiASA, Collezione Lanciani, Roma XI.50.III.2) - F. Fuga, Palazzo Corsini (BiASA, Collezione Lanciani, Roma XI.50.III.3) |
Stiche | |
Fotos | |
CAD | |
Literatur |
Kommentar | Commento riguardo ai progetti per la costruzione di Palazzo Corsini alla Lungara, 1736-1755: Il 27 luglio 1736 Don Neri e Don Bartolomeo Corsini acquistarono per 70 mila scudi dal Duca Riario Palazzo Riario, posto su via della Lungara, costruito dal Cardinal Raffaele Riario intorno al 1510-12. Dal 1659 al 1689 la costruzione era stata residenza della regina Cristina di Svezia, e in seguito la si era concessa senza interruzione in affitto a cardinali o diplomatici stranieri. Benché i Corsini possedessero sin dal XVII secolo un palazzo a Roma, su piazza Fiammetta, il Cardinal Lorenzo Corsini si era trasferito nel 1714, prendendolo in affitto, in Palazzo Pamphili in piazza Navona. Dopo la sua elezione al pontificato nel 1730, vi rimase Neri Corsini, il nipote nominato cardinale; e vi presero dimora anche gli altri membri della famiglia, giunti da Firenze. Quando nel 1734 la volta della galleria, per il peso della celebre biblioteca ad essa sovrapposta, si lesionò, divenne urgente l'acquisto di un nuovo palazzo di proprietà, non essendo stato realizzabile l'ampliamento del palazzo in piazza Fiammetta. La posizione di Palazzo Riario in Trastevere era insolita per il palazzo romano di un nipote del Papa, ma presentava vantaggi. La costruzione stessa poteva venire abitata pressoché immediatamente, il lotto era passibile di ampliamento e l'immenso giardino, che occupava parte del Gianicolo, quasi confinava con la Villa dei Quattro Venti presso Porta S. Pancrazio, eretta da Lorenzo Corsini nel 1689. La storia edilizia di Palazzo Corsini era nota sino a poco tempo fa solo frammentariamente; ma attraverso gli atti relativi alla costruzione, trovati nell'Archivio Corsini di Firenze, è oggi ricostruibile quasi nella sua interezza. Si possono ora pertanto datare con precisione, discostandosi dal catalogo del 1955, i disegni in seguito trattati. Già all'inizio della progettazione, nel 1736, era stabilito che Palazzo Riario sarebbe stato certo restaurato e modificato, ma in sostanza sarebbe stato ampiamente mantenuto qual'era, quanto a consistenza edilizia. Ciò avrebbe inoltre garantito una più sollecita abitabilità. Così pure, sin dall'inizio fu previsto un ampliamento, fino al doppio, del palazzo esistente, in modo da porre a disposizione del Principe Bartolomeo e del Cardinal Neri Corsini un corpo residenziale per ciascuno. Avendo il Pontefice rifiutato ai nipoti un prestito senza interessi per la costruzione, Neri Corsini finanziò i nuovi lavori del palazzo, dal 1739, mediante i suoi introiti di "protettore del regno di Portogallo". Ciò spiega pure il completamento laborioso, e per fasi, della costruzione, poiché il parsimonioso Neri Corsini non intendeva far debiti. Così, dopo il completamento dei lavori di ricostruzione nel vecchio edificio (1738), venne anzitutto modernizzato il giardino (1741, vedi Kieven 1988, ill. 12 e tav. 105); seguì, dal dicembre 1744 al 1747, l'edificazione dell'ala della biblioteca con l'appartamento di Neri Corsini; dal dicembre 1749 al 1750 il nuovo corpo venne collegato a quello preesistente; e, nuova soluzione cui si pensò solo nel 1748, dalla fine del 1751 al 1753 venne realizzato il grande corpo scala posteriore. Con i lavori eseguiti dal 1755 al 1757 per il "recinto" ed i portici del cortile, nel 1758, dopo vent'anni, la costruzione di Palazzo Corsini era terminata (Archivio Corsini, Firenze, Giustif. di Neri Corsini, voll. 257-264). (Kieven 1988, Cat.n. 24-31) Commento riguardo al disegno: Il prospetto di facciata rappresenta il terzo progetto a noi noto di Fuga. Le due prime versioni si sono conservate in un foglio della Collezione Lanciani (Kieven 1988, tav. 24 bis; Roma XI, 50.III.2; Matthiae, 1952, tav. XII, 1). Con l`aiuto della linea aggiunta in rosso si possono riconoscere con precisione le misure in altezza e larghezza di Palazzo Riario. Nell'articolazione della facciata, Fuga, per quanto riguardava l'altezza e la compagine delle finestre, era più o meno vincolato dall'antico palazzo a tre piani (prospetto e pianta del Palazzo Riario sono ricordati in due incisioni, F.C. 71276, 71277, vol. 46 H 4; Matthiae, 1952, 24, fig. 4; Bianchi, 1955, 45; Frommel, 1973, II, 284, tav. 119b, c; Costamagna, 1984, figg. 3-4). Il raddoppiamento dell'antica facciata presentava, con ventidue campate, un'estensione insolitamente lunga del fronte del palazzo su via della Lungara. Poiché sul fronte strada non era consentito costruire risalti, questa mole si dovette ritmare con mezzi più semplici. Nel suo primo progetto (Kieven 1988, tav. 24 bis) Fuga aveva disegnato un'integrazione a forma di torre, che fiancheggiava il vecchio Palazzo Riario mediante lo schermo di un bugnato come risalto d'angolo, e che si ripeteva analoga sull'altro angolo del nuovo edificio. Inoltre, aveva configurato chiaramente come risalto centrale, avanzato dello spessore di un pilastro rispetto al piano di facciata, le sette campate mediane, anteponendovi arcate cieche bugnate ed innalzando la linea di colmo. Ma già sul medesimo foglio, in una seconda versione, aveva moderato questo più ambizioso progetto nel senso di quello qui presentato: dove è ora lasciata cadere anche l'associazone con la torre angolare. Il fronte del palazzo viene rappresentato come sequenza di campate che si sviluppano uniformemente; i tre piani non superano in alcun punto la quota della copertura, e soltanto un parsimonioso bugnato a fasce inquadra ciascuna delle due campate angolari e le sette centrali; anch'esse a loro volta vengono un poco accentuate mediante una balaustrata e balconi. Ad eccezione delle membrature bugnate, presentate come sottili strati d'intonaco, la facciata è tenuta del tutto piatta, e i frontoni delle finestre sono privi di ornamentazione. Nella zona mediana, gli effetti accentuativi non vengono raggiunti attraverso l'ornato, ma con l'addensarsi delle lesene bugnate, che inquadrano ciascuna delle tre campate centrali. Quest'accentuazione verticale era necessaria per equilibrare otticamente l'ampiezza del fronte. S'introdusse, inoltre, anche la colorazione della facciata: infatti tutti gli elementi verticali di articolazione erano contrastati, per il colore grigio-bianco del travertino, contro le superfici delle pareti, tinteggiate in color rosso mattone. Per disporre di maggiore spazio, si decise di sovraporre ancora al secondo piano un mezzanino, come documentano pentimenti a matita su questo foglio ed un ulteriore disegno in pulito della Collezione Lanciani (Kieven 1988, tav. 24 ter; Roma XI, 50.III.3). L'altezza del secondo piano venne un poco aumentata, le finestre del secondo piano furono allungate e provviste di frontoni, e al posto della semplice cornice di coronamento si pose un cornicione su mensole, entro il quale si intagliarono le finestre del mezzanino. I frontoni del piano nobile divennero più complessi e di configurazione più ornata. Tali modifiche conturbarono in una certa misura l'equilibratissimo progetto sul presente foglio. Salta agli occhi, rispetto alla richezza esornativa manifesta nelle facciate dei Palazzi Petroni, delle Cifre e della Consulta I, precedenti solo di pochi anni, quanto Fuga abbia reso astratto il proprio idioma, riducendolo ad un'armonizzazione quasi priva di ornato, reticolare, le cui sicure proporzioni conferiscono all'edificio un'eleganza fredda e riservata. La cosa è dovuta certamente anche alle sollecitazioni del committente Neri Corsini, che già nella realizzazione della Consulta aveva costretto Fuga ad una maggiore semplicità di mezzi. (Kieven 1988, Cat.n. 24) Riquadratura: Riquadrato a penna. Bibliografia riguardo ai progetti per la costruzione di Palazzo Corsini alla Lungara, 1736-1755: Matthiae 1952; Bianchi 1955; Pane 1956; Orzi Smeriglio 1958; Frommel 1973; Gigli 1980; Magnanimi 1981; Costamagna 1984; Kieven 1988. Bibliografia riguardo al disegno: Bianchi 1955, n. 24; Consulta 1975, fig. 6; Kieven 1988, Cat.n. 24. Informazioni tratte da: Kieven 1988, Cat.n. 24; per la filigrana cfr. Churchill 1935, n. 243: Inghilterra 1707. |
Autor | Holste |