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Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13909 (1262)

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica - Zope-Id: 1075370070.75

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Ort Roma
Institution Istituto Nazionale per la Grafica
Teilbestand
Signaturen F.N. 13909 (1262)
Gegenstand Progetti per l'Albergo dei Poveri a Napoli, Primo progetto per l'Albergo dei Poveri, Pianta, 1750/51
Künstler Fuga, Ferdinando (disegnatore)
Fuga, Ferdinando (progettista)
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13909 (1262) recto Recto Zeichnung Pianta
Beschriftung Scritta  /  Scritta  /  Scritta  /  Titolo
Skala Scala  /  Scala
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13909 (1262) verso Verso
Stempel
Wasserzeichen Monogramma
Papierqualitaet
Papierfarbe avorio ossidata
Größe 642 x 942 mm (Minimum: 642 x 942 mm)
Zustand carta da disegno ossidata; la parte in alto del foglio incollato con una nuova aggiunta (100x510), un altra aggiunta di carta bianca incollata (074x278) sul lato a destra
Montierung
Datierung 1750/51
Bauwerk
Bauwerk-Links
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Zeichnungen
Stiche
Fotos
CAD
Literatur
Kommentar Commento riguardo ai progetti per l'Albergo dei Poveri a Napoli, 1750-1759:
Alla fine del 1750 Fuga venne chiamato a Napoli da Carlo III, per progettare un "Albergo dei Poveri", la cui funzione e finalità vengono descritte limpidamente da Milizia (1785,II, 290):
"Fu destinato per ottomila Poveri, da ripartirsi in quattro ceti, cioè di uomini, di donne, di ragazzi, e di ragazze, senza alcuna communicazione fra loro. Annessa al suddetto Ospizio egli architettò una vasta Chiesa pubblica, da frequentarsi divisamente dai quattro ceti suddetti. Grandi vi sono i comodi per lavoratorj, refettorj, cortili, portici, officine, e abitazioni per i Serventi e per i Ministri addetti. Chi sa quando si finirà? E sono quasi trent'anni, che si lavora a quest'opera. Con minore spesa, e in più breve tempo si sarebbe tolta per sempre ogni povertà all'abbondantissimo Regno di Napoli. Ma questo non è affare dell'Architetto, ma del buon Governo".
Il sito dell'edificio, in un primo tempo progettato in Borgo Loreto, tra Porta Nolana e il Castello del Carmine, nel 1751 venne fissato un po' più in alto, sul declivio di Capodimonte. Qui fu posata, il 7 dicembre 1751, la prima pietra della costruzione, che non fu mai condotta a termine. Certo, già nel 1764 si poterono occupare parti del complesso, ma solo nel 1819 furono completate la facciata su strada e una parte dei corpi posteriori. (Kieven 1988, Cat.n. 65-69)

Commento riguardo al disegno:
La pianta del primo progetto presenta un complesso quasi quadrato, con quattro grandi cortili interni ed una chiesa dalla pianta a T, collocata non al centro dell'edificio, ma al centro del braccio verso Borgo Loreto. Nel mezzo dell'ala posteriore si trova un gigantesco corpo cucina, intorno al quale si raggruppano i quattro refettori dei "quattro ceti" descritti da Milizia. Sull'asse mediano delle ali sono posti corridoi, dai quali si diramano ambienti di lavoro e di soggiorno. Solo il braccio di collegamento tra chiesa e cucina contiene stanze anche nel mezzo.
Fuga si rifece, in questo suo impianto, al celebre Ospizio dei poveri di Genova, fondato nel 1654, e all'Ospizio di S. Michele a Ripa di Carlo Fontana a Roma. Da Genova riprese l'impostazione quadrata con i cortili interni, da S. Michele la collocazione della chiesa e la pianta a tre bracci di essa. Il progetto è ben commisurato all'ampio e piatto terreno dinanzi a Porta Nolana, che ne consentiva il dispiegarsi senza impedimenti (vedi Kieven 1988, tav. 65A). Tuttavia il suolo, prossimo al mare, era pantanoso; e questo potrebbe essere stato un motivo per spostare il cantiere su un terreno a quota più alta. Il progetto dev'essere stato presentato già nel 1750, poiché già nel marzo 1751 si iniziarono i lavori preparatori sul sito definitivo. Dopo questo primo progetto si ebbe pure un modello in sughero, tuttora conservato, per il quale Fuga venne compensato nel luglio 1751 (Pane, 1966, 72).
Il progetto di Fuga si colloca entro l'impianto ideale dell'architettura ospedaliera, tradizionale sin dall'ospedale milanese di Filarete. Insolita è la dimensione dell'Albergo (circa 280x268 m di lunghezza in facciata); i costi edilizi vennero stimati nel 1751 in 900.000 ducati, cui dovevano provvedere il Re, la nobiltà e gli ordini religiosi (Pane-Mormone, 1956, 195). Nel 1742 Napoli contava circa 300.000 abitanti (Bologna, 1962, 39), ma era un costante polo d'attrazione per molti campagnoli, che speravano di trovare nella capitale lavoro o almeno sostegno da parte degli istituti religiosi. Perciò il numero di 8000 posti previsti per i poveri "di tutto il regno" era, semmai, una sottostima.
Nell'anno di carestia 1764 si parlò di 25.000 "mendicanti e vagabondi" che inondavano Napoli (Bologna, 1962, 39). Gli ospizi avrebbero dovuto fornire ricovero e nutrimento agli orfani, ai senzatetto ed ai vagabondi, consentire ai più giovani una formazione professionale nei propri laboratori, avviare al lavoro i disoccupati. Eccellente finalità, ma non può celarsi il fatto che si trattava di un "asilo" alquanto carcerario per chi non trovasse posto nella società. Il tentativo d'una soluzione razionale del problema, sul tipo della città ideale, nella sua forma architettonica disciplinata, quasi da fortezza, è un buon esempio dell'assolutismo illuminato rappresentato da Carlo III. (Kieven 1988, Cat.n. 65)

Riquadrato a penna.
Bibliografia riguardo ai progetti per l'Albergo dei Poveri a Napoli, 1750-59: Chierici 1931; Pane-Mormone 1956; Pane 1966; Kieven 1988.
Bibliografia riguardo al disegno: Bianchi 1955, n. 68, fig. 18; Pane 1956, 132, fig. 106; Kieven 1988, Cat.n. 65 e Notizie di restauro, pp. 287 ss.
Informazioni tratte da: Kieven 1988, Cat.n. 65.
Autor Holste