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Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13829 (9216)

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica - Zope-Id: 1078917579.25

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Ort Roma
Institution Istituto Nazionale per la Grafica
Teilbestand
Signaturen F.N. 13829 (9216)
Gegenstand G.A. Bianchi, Progetto per la facciata di S. Giovanni in Laterano, 1715/16, Prospetto della facciata
Künstler Bianchi, G.A. (disegnatore)
Bianchi, G.A. (progettista)
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13829 (9216) recto Recto Zeichnung Prospetto
Beschriftung Oggetto, firma, data  /  Scritta
Skala Scala
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, F.N. 13829 (9216) verso Verso Beschriftung Scritta  /  Scritta
Stempel
Wasserzeichen
Papierqualitaet
Papierfarbe bianca
Größe 715 x 766 mm (Minimum: 715 x 766 mm)
Zustand carta composta da quattro fogli incollati
Montierung
Datierung 1715/16
Bauwerk
Bauwerk-Links
Schriftquellen
Zeichnungen Progetto di Ferdinando Fuga (Gabinetto Nazionale delle Stampe, F.N. 13865 [1195])
Stiche
Fotos
CAD
Literatur
Kommentar Commento riguardo al progetto per la facciata di S. Giovanni in Laterano, 1715/16:
Le ampie didascalie dei due disegni che seguono aprono interessanti spiragli sulla storia della progettazione della facciata lateranense. Nel 1716 per la verità non ebbe luogo alcun concorso per la costruzione della facciata, ma sembra che ai "molti disegni e modelli che sono stati fatti, da diversi", citati dal Bianchi, appartengano progetti di Juvarra (Millon, 1984, 324-26; sulla data, Hager, 1987, 294) ed un modello ora nella Fabbrica di S. Pietro (Hager, 1971, fig. 6).
Su Abraham Paris, che nella didascalia del prospetto Bianchi indica come proprio maestro, e che sul disegno della pianta accusa di aver rubato il suo progetto e di essersene servito per sé, poco si conosce. Proveniva dalla Francia, ed era entrato al servizio del Papa come ingegnere intorno al 1680. Nel 1702 eseguì lavori di costruzione per il nuovo porto di Volano (Laghi di Comacchio) per Monsignor Lorenzo Corsini (Biblioteca Corsiniana, Roma, Ms. 661 (33 K 13), cc. 10, 61, 62; Ms. 662 (33 K 14), c. 52; forse anche cc. 10, 11 (fortezza di Sinigallia), c. 79 ("fortino da farsi") e c. 28 del ms. 34 K 2 ("pianta del Molo") sono di mano del Paris). Viene fra altri citato da Fischer von Erlach e da James Gibbs come maestro di architettura (Thieme-Becker, XXVI, 1932, 234). È significativa la nota di Bianchi, secondo la quale egli prevedeva, nel suo progetto lateranense, di voltare la navata, come già avrebbe avuto in animo di fare Borromini; egli cita i progetti di ricostruzione di Borromini per il transetto e la tribuna della basilica, che si sarebbero trovati in possesso degli eredi di Borromini, nonché di un certo Signor Corbelino, giurista al servizio del principe Pamphili. Tali progetti vennero acquistati nel 1723 dal Cardinal Pamphili (vedi F.N. 32054 [9215]). È questo il primo cenno dell'esistenza di schizzi borrominiani per il Laterano, ma le osservazioni di Bianchi si riferiscono manifestamente solo a disegni planimetrici. Di progetti borrominiani per la facciata, il Bianchi non fa parola, e neppure dichiara che il suo progetto si rifaccia a schizzi di Borromini. (Kieven 1988, Cat.n. 97-98)

Commento riguardo al disegno:
Bianchi concepì per il Laterano una facciata quadrangolare a due piani. Una serie di colonne articola il portico inferiore, raccogliendosi in parte a coppie, e al centro invece in gruppi di quattro. La loggia delle benedizioni si eleva come risalto centrale a tre campate, provvista di un ordine di paraste su alti piedistalli e di un frontone triangolare, al di sopra delle campate laterali; ciascuna di queste ultime presenta due aperture a edicola e, sopra di esse, una conclusione balaustrata. È previsto un collegamento con il palazzo lateranense, la cui ala est doveva essere completata e la cui cornice di coronamento sarebbe stata legata alle campate laterali della facciata, com'era già stato proposto alla fine del XVII secolo (Golzio, 1961, 463). Il progetto, che appare rigidamente scolastico, di Bianchi chiarisce i problemi che corrono, come un filo rosso, attraverso la storia della progettazione della facciata lateranense: la corrispondenza proporzionale dell'altezza alla notevolissima larghezza, la configurazione della loggia delle benedizioni in rapporto alle campate che la fiancheggiano, e l'arduo collegamento col Palazzo del Laterano. Bianchi si rifà in parte ai progetti accademici del concorso del 1705. Tuttavia l'apertura completa del piano inferiore mediante una "selva" di colonne è senza rapporto con la configurazione di quello superiore, che appare più "parete", più massiccio. L'articolazione della loggia delle benedizioni appare ripresa dalle facciate delle chiese palladiane, ma non riesce a compenetrarsi col sistema delle campate laterali.
Quanto alle correzioni indicate nella didascalia, si tratta probabilmente di consigli del suo maestro Abraham Paris.
Il foglio (senza la pianta) venne acquistato insieme ai disegni di Fuga. Potrebbe darsi che questo prospetto fosse in possesso di Fuga, che nel 1722 elaborò un proprio progetto per il Laterano (vedi F.N. 13865 [1195] e Kieven 1988, ill. 6). (Kieven 1988, Cat.n. 97)

Bibliografia riguardo al disegno: Cassirer 1921, 55-56; Bianchi 1955, n. 99, fig. 27; Kieven 1988, Cat.n. 97.
Informazioni tratte da: Kieven 1988, Cat.n. 97.
Autor Holste